Terapia di coppia – Dott.ssa Sharon Brambilla
Due mele, non due metà
La Terapia di coppia
Sedute di psicoterapia di coppia a Como e provincia
La terapia di coppia, come dice il nome stesso, è una forma di psicoterapia che non si agisce con il singolo, bensì con la coppia. All’interno della terapia di coppia avremo quindi più attori:
- Terapeuta
- Componenti della coppia
Questi attori hanno il compito di lavorare insieme, in modo sinergico e cooperativo al fine di raggiungere obiettivi congiunti. Il ruolo del terapeuta, all’interno di colloqui di terapia di coppia, spesso viene associato alla parte del “giudice”, di colui che ha lo scopo di decretare ragioni e torti e definire il partner “buono” e quello “cattivo”.
Altre volte, il terapeuta viene visto come “salvatore della coppia”: quella persona che farà di tutto, se la diade non sa se separarsi o meno, per far rimanere la coppia unita. Infine, il terapeuta è talvolta investito del ruolo di “portatore di ogni risposta”, che potrà dire ai due se stare insieme o lasciarsi.
È bene sapere che tutte queste visioni, legate al terapeuta, non rappresentano la realtà. Il terapeuta assume invece il ruolo del mediatore all’interno della coppia, il quale andrà a bilanciare gli interventi tra le parti.
Egli acquisisce il ruolo di osservatore esterno e di strumento per comprendere emozioni, bisogni, necessità, progetti individuali e congiunti. Il terapeuta è la persona che vi aiuterà ad acquisire prospettive differenti e più funzionali, una migliore comprensione delle dinamiche inter-relazionali che dall’interno può risultare complesso cogliere, nel rispetto della propria individualità e parallelamente della propria coppia.
Se il dubbio è “non sappiamo se rimanere insieme” la riposta è, e sarà sempre, vostra. Il terapeuta vi accompagnerà nel percorso orientato a raggiungerla.
Supporto psicologico di coppia
Come può essere utile la terapia di coppia
L’essere umano viene spesso definito “animale sociale”, questo perché a livello evoluzionistico siamo programmati per stare in relazione con altri, per far parte di gruppi e di coppie di individui appartenenti alla nostra stessa specie.
Attenzione però: il fatto che siamo nati per costruire relazioni, non significa che farlo sia semplice o che sia altrettanto facile mantenerle nel tempo. Spesso, quando si costruiscono relazioni, è frequente che nascano incomprensioni, che vi siano discussioni o che si senta la difficoltà nel comunicare all’altro bisogni, emozioni o intenzioni.
Vi sono poi momenti cardine all’interno della relazione di coppia: inizio di convivenze, trasferimenti, tradimenti, malattie, perdita o cambiamenti di lavoro oppure l’arrivo di un figlio. Tali cambiamenti possono esacerbare comportamenti di allontanamento o conflittualità all’interno della coppia o generare incomprensioni tra il nuovo nucleo familiare formatosi (i coniugi) e le famiglie di origine (genitori della coppia).

Spesso, importanti momenti di cambiamento tra nuclei familiari, possono rendere difficile comprendere quale sia la giusta distanza o vicinanza da mantenere, quanto i nostri confini possano essere permeabili alla presenta altrui e quanto la definizione del concetto di privacy ed intimità siano da ridefinirsi.
Per riassumere, la terapia di coppia può essere un valido alleato situazioni quali:
- Nascita di un figlio e conseguente passaggio da coppia coniugale a coppia genitoriale
- Momenti di transizione e cambiamento che interessano la coppia
- Incomprensioni, discussioni, litigi o rotture percepite all’interno della coppia
- Rischio di separazione o divorzio
- Necessità di recuperare intesa ed intimità con il partner
- Difficoltà di natura sessuale all’interno della coppia
In cosa consiste la terapia di coppia
“Una coppia e un terapeuta che guardano verso un obiettivo congiunto e condiviso”: questa è, per me, la terapia di coppia.
Come ogni terapia, anche quella di coppia, comincia con la reciproca conoscenza e la definizione della domanda che la coppia pone e che è importante che sia condivisa tra i componenti. Tale domanda rappresenta l’obiettivo che, passo dopo passo, si lavora per raggiungere con l’aiuto del terapeuta.
Lo psicologo, nel percorso con la coppia, utilizzerà strumenti quali ascolto ed empatia, mantenendo un assetto di totale assenza di giudizio. Utilizzerà la parola ed il dialogo costruttivo e passerà tali strumenti anche alla coppia, così che riesca ad allenarli in seduta e a portarli con sé, nella sua casa, nella vita di tutti i giorni, imparando modalità più funzionali per comunicare e stare in relazione.
Generalmente la media degli incontri è di una volta alla settimana, in quanto solo una parte di lavoro viene svolto in seduta. La restante parte è rappresentata dal processo che la coppia porta avanti, al di fuori dell’incontro con il terapeuta, durante la vita relazionale quotidiana all’interno del proprio nucleo duale e familiare.

Tale cadenza ha proprio lo scopo di permettere alla persona di adattare, nella vita di tutti i giorni, ciò che è emerso durante la seduta e di mettere in campo i compiti o le strategie passate dal terapeuta notandone effetti e cambiamenti.
In un secondo momento, in relazione ai benefici percepiti e osservati, le sedute posso essere fissate ogni due settimane. Infine, una volta al mese fino a conclusione della terapia. La durata della terapia è invece estremamente variabile e si definisce nel corso del tempo insieme alla coppia stessa.
La terapia di coppia quando un partner non è d’accordo

Ogni percorso terapeutico ha, per natura, la necessità di un bisogno sottostante che spinge la persona ad intraprendere un cammino di maggiore conoscenza e comprensione di sé, delle proprie dinamiche e della propria vita.
Il bisogno, che spesso assume le vesti del dolore, della sofferenza, dell’inadeguatezza, ecc… è un importantissimo motore che spinge alla costanza, all’impegno e al cambiamento.
Se manca il bisogno, manca il percorso.
Ogni terapia intrapresa per l’altro, perché l’altro ne ha bisogno, perché l’altro vorrebbe che… parte già con scarse probabilità di riuscita. Se l’altro ha bisogno, significa che il bisogno è dell’altro e quindi è l’altro che trarrà beneficio da un percorso di terapia.
Questo per dire che, come il percorso di terapia personale deve nascere da una necessità personale, un percorso di terapia di coppia deve nascere dal bisogno della coppia.
È importante sapere, prima di intraprendere un percorso terapeutico congiunto che, se l’altra parte della nostra coppia non è motivata ad iniziare questo cammino non può essere convinta, costretta o trascinata.
Se è un’unica persona a sentire il bisogno, è una la persona che, se lo vorrà, potrà iniziare un percorso di terapia per sé.
Senza motivazione di coppia ad affrontare le tematiche critiche, a provare a comprendere cosa nella coppia sembra non funzionare più e a sondare il terreno inesplorato a cui porta il cambiamento, non è possibile iniziare e mantenere nel tempo un percorso di coppia. Ne mancherebbero i presupposti.
La mia vision della terapia di coppia
La terapia di coppia e l’arrivo di un figlio: da coppia coniugale a coppia genitoriale
L’arrivo di un figlio rappresenta un importante cambiamento che la coppia affronta nel corso della propria vita insieme. Questo cambiamento determina l’entrata nel proprio nucleo familiare, prima formato da due persone, di una terza persona portatrice di numerosi bisogni, necessità di accudimento e attenzioni.
Questo richiede un riadattamento della coppia, una negoziazione delle sue dinamiche interne finalizzato ad integrare al meglio il nuovo arrivato, dandogli la possibilità di essere un elemento di arricchimento della famiglia di cui fa parte e in cui svilupperà la propria personalità ed identità.
Con l’arrivo di un figlio, vi sono numerosi cambiamenti all’interno della coppia, che da “coppia coniugale” passa ad essere una “coppia genitoriale”.
All’interno del processo di trasformazione e crescita della coppia è importante sapere cosa ci si può aspettare: bisogna essere consapevoli che inevitabilmente ci si troverà a fronteggiare dei cambiamenti e bisogna sapere quali potrebbero essere e come poterli affrontare al meglio.
È importante sapere che nasceranno nuovi bisogni, non solo del nuovo arrivato ma anche nel nuovo “papà” e della nuova “mamma” che nascono insieme al figlio e che hanno bisogno di tempo, spazio e fiducia reciproca.
È fondamentale che la coppia apprenda come negoziare e rinegoziare necessità, bisogni e progettualità che si modificano con l’arrivo della genitorialità. È utile sapere che la coppia coniugale non scompare con l’arrivo di tale fase di vita, ma si arricchisce con essa.

È importante essere a conoscenza che all’interno della coppia coniugale è possibile, attraverso l’intenzionalità e la volontà, essere anche una coppia sessuale che si permette di creare e mantenere uno spazio personale per viversi ed entrare in contatto con una parte che non è, per l’arrivo dei figli, destinata ad assopirsi o spegnersi.
In queste circostanze la terapia di coppia può essere un percorso utile per aiutarci a ritrovare modalità più funzionali per interagire con l’altro (coniuge, marito/moglie, genitori, figli, ecc…) rafforzando il legame, aumentandone la reciprocità consapevole e migliorando la qualità della nostra relazione e la percezione di benessere di coppia e familiare.

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